Le strade cittadine si ripopolano di prima mattina di colori e racconti sull’estate appena trascorsa, suona la campanella: è ricominciata la scuola!
E, come ogni anno, puntuale come un orologio, si ripresenta l’appuntamento con i nemici più temuti dalle testoline dei più piccoli nonché incubo di ogni mamma: i pidocchi.
Negli asili nido, nelle scuole materne e nelle primarie, infatti, l’allarme pediculosi manda in tilt la stragrande maggioranza dei genitori. Complici di vecchie credenze popolari, molti associano i pidocchi ad una scarsa igiene personale e restano allibiti quando poi compaiono sulla testa del proprio bambino.
È bene sapere che non esiste correlazione tra sporcizia e contagio da pidocchio anzi, più il capello è pulito, più il parassita riesce ad annidarsi e a depositare le proprie uova alla radice dello stesso.
Conosciamo meglio il nostro piccolo nemico.
Il responsabile della pediculosi del capo è un ectoparassita, Pediculus Humanus Capiti, visibile ad occhio nudo, di colore grigio/biancastro e dotato di arti con estremità ad uncino che gli consentono di ancorarsi tenacemente al cuoio capelluto, permettendogli di nutrirsi di sangue.
Questo parassita non vola, né è in grado di saltare. Il contagio infatti avviene principalmente per contatto fisico diretto che consente il passaggio del pidocchio da un individuo all’altro (un abbraccio o il contatto diretto tra due teste, per esempio).
La trasmissione attraverso oggetti contaminati è meno comune, tuttavia è bene educare i bambini ad evitare lo scambio di oggetti personali come sciarpe, cappellini, pettini, ecc..
Il ciclo vitale del pidocchio sulla testa degli esseri umani è di un mese circa. La femmina produce 5-10 uova al giorno, dette lendini, di colorito giallastro e forma ovale e si presentano “cementate” alla parte iniziale dei capelli, soprattutto dietro le orecchie e sulla nuca.
Dalle lendini, dopo 7-10 giorni, nasce il giovane insetto, detto ninfa, che inizia a nutrirsi del sangue dell’ospite e matura in una settimana, divenendo in grado di deporre nuove uova. Fortunatamente, il pidocchio non sopravvive senza nutrirsi e lontano dall’ospite muore in 1-2 giorni. Le lendini sono invece molto più resistenti e possono sopravvivere nell’ambiente fino a 10 giorni.
I pidocchi si localizzano con maggiore frequenza nella zona della nuca e dietro le orecchie, ma possono ritrovarsi anche tra le sopracciglia e le ciglia. Il sintomo numero uno? Il prurito. È importante sottolineare che tale reazione si verifica però tardivamente, anche dopo 4-6 settimane dall’infestazione.
È dunque fondamentale ispezionare periodicamente la testa dei propri figli e pettinare ogni giorno i capelli con l’apposito pettine a denti molto fitti.
Per i capelli corti, è bene partire dalla nuca e pettinare la chioma verso l’alto; viceversa, per quelli lunghi, il consiglio è di pettinare accuratamente ciocca per ciocca partendo dalla radice fino alla punta. Al termine dell’”ispezione”, ricordatevi di lavare le mani!
Innanzitutto niente panico. Se si individuano i pidocchi sulla testa del proprio figlio, è importante informare tempestivamente la scuola, i centri di ritrovo frequentati e tutte le persone con le quali il bimbo è entrato in contatto.
È importante controllare anche tutti i membri della famiglia e, nel caso ci fossero altri infestati, è utile che tutti questi eseguano il trattamento simultaneamente al fine di massimizzarne l’efficacia e di ridurre le re-infestazioni. Se il trattamento non avvenisse nello stesso momento, infatti, si correrebbe il rischio di continuare a passarsi i parassiti a vicenda. Meglio evitare!
Il trattamento va però fatto solo su chi presenta l’infestazione, non è indicato a scopo preventivo.
In caso di infestazione, non solo le persone, ma anche la casa dovrà essere trattata lavando pettini, spazzole, elastici per capelli, mollettine, tutti gli indumenti indossati e le lenzuola con acqua calda (almeno a 54° C). Per tutto quello che non sopporta queste temperature, è possibile utilizzare un sacchetto di plastica racchiudendo al suo interno ciò che si deve trattare, almeno 10 giorni prima di lavarlo.
I trattamenti si differenziano sia per i principi attivi utilizzati sia per la loro formulazione (polveri, shampoo, lozioni, schiume).
I prodotti in polvere rappresentano tipologia più datata ed il loro principale problema riguarda il rischio di inalazione.
Esistono poi formulazioni studiate per uccidere il pidocchio con metodi fisici (come il dimeticone) che, di fatto, occludono gli orifizi respiratori del pidocchio.
Tutti questi prodotti presentano alcune avvertenze di utilizzo in quanto possono causare irritazione del cuoio capelluto e delle mucose (per via delle componenti volatili). Inoltre, i capelli trattati con prodotti a base di dimeticone devono essere tenuti lontano da fonti di calore vivo (es. sigaretta) perché possono infiammarsi facilmente.
Infine, sono disponibili delle formulazioni innovative a base di sostanze naturali come oli essenziali, olio di neem, ecc. che possiedono un ottimo profilo di sicurezza, efficacia e tollerabilità sfruttando la sinergia tra diverse sostanze che “attaccano” il pidocchio da più fronti impedendo lo sviluppo della resistenza.
La prima regola rimane comunque non farsi prendere dal panico: in fondo, si tratta solo di piccoli insetti antipatici, ma pur sempre di piccoli insetti!